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Ingannare il tempo in aeroporto

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Sono in attesa di un volo low-cost per raggiungere la mia amica romana e trascorrere insieme a lei l’ultimo dell’anno nella capitale. Avendo prole al seguito ho dovuto andare all’aeroporto con largo anticipo e ora mi tocca aspettare parecchio, seduta su queste orribili e scomodissime sedie di plastica misto ferro inchiodate fra loro. Per fortuna (o forse no?) i marmocchi ti costringono ad alzarti e a rincorrerli avanti e indietro per l’aeroporto, basta un attimo e te li ritrovi a bordo di qualche volo intercontinentale.

Dovrei essere io a spiare, ma un bambino di un anno che trotta a destra e sinistra attira non poca attenzione e, mentre gli corro dietro, sono io a sentirmi leggermente osservata. Sarà la noia dell’attesa, ma quasi tutti i passeggeri seduti nei paraggi alzano lo sguardo verso di noi. 
Una signora in età da nonna mi osserva con tenerezza, come se la mia condizione le ricordasse situazioni familiari. Lei sta leggendo una copia sgualcita del Secolo XIX e ha una pila di riviste appoggiate sulla sedia affianco, fra le quali scorgo Gente e Donna Moderna

kafka sulla spiaggia Ingannare il tempo in aeroportoPasso poi davanti a una donna sui quaranta che legge attentamente una copertina rigida bianca edizione Einaudi: è Kafka sulla spiaggia (Einaudi, 2008) di Haruki Murakami. Mi guarda un po’ infastidita, forse l’ho disturbata, ma poi mi sorride come a dire “ci sono passata anche io, baby”. In effetti affianco a lei è seduta una bambina di una decina d’anni che smanetta su un Ipad. Quando si ha un bambino piccolo sembra quasi impossibile che si possa, prima o poi, tornare a stare seduti immersi nella lettura con un figlio sveglio affianco. Perché ora, magari, potrei farlo anche io se lui stesse dormendo, ma c’è una regola d’oro che ti viene insegnata dal primo giorno di gravidanza: dormi finché puoi, poi non ti sarà consentito.

Recupero figlio e accessori vari* e torno indietro alla base, dove si trova il papà, il passeggino e la valigia. Affianco a lui, che legge la Gazzetta dello sport, ci sono una coppia di ragazzi: lui non si stacca dal telefono, lei legge Don Vito. Le relazioni segrete tra Stato e mafia nel racconto di un testimone d'eccezione (Massimo Ciancimino e Francesco La Licata, Feltrinelli 2010).
Mi guardo ancora intorno e capisco che forse le statistiche rispecchiano davvero la realtà, perché sono sempre troppo poche le persone che ingannano il tempo con un libro in mano e, quasi sempre, si tratta di donne. Chi non legge preferisce trascorrere il tempo con il telefono, le riviste, ma soprattutto, con il cibo. I passeggeri in attesa all'aeroporto sfidano la noia mangiando. Mentre io vorrei solo potermi sedere dieci minuti a leggere una pagina del libro che mi sono portata dietro per il viaggio. E non so cosa mi aspetta perché ancora non sono salita sull'aereo…

* rientrano in questa categoria tutti quegli oggetti che possono, anche solo per qualche minuto, tenere a bada le creature: ciuccio, pupazzo, giochino di plastica, pacchetto di fazzoletti (molto ambito), pagine strappate da una rivista (molto ambite solo nel momento in cui vengono strappate), copertine di libri (idem), scatole vuote di qualsiasi cosa eccetera.

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